Mediazione culturale

Milica Djukic – Segrataria Araba Fenice onlus

Milica Djukic – Laboratorio Interculturale a Viareggio
… non si tratta di parlare agli altri perché ti ascoltino, ma si tratta di promuovere il dialogo…” parole che riassumono al meglio il nostro lavoro da quando è stato messo in piedi un progetto ambizioso e articolato come ” La Torre di Babele” – Centro Interculturale presso la Misericordia di Viareggio. Il progetto è dedicato ai cittadini stranieri presenti sul territorio versiliese; nato dalla collaborazione tra la Misericordia di Viareggio, L’Associazione “Araba Fenice”onlus di Viareggio, il Patronato Acli di Viareggio, il Laboratorio ANS – Associazione Nazionale Sociologi, sezione Toscana, con il contributo del Cesvot. Il servizio comprende lo sportello informativo, presso La Misericordia di Viareggio, in via Cavalotti, n° 78, aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 9,00 alle 12,00. Sono presenti operatori professionisti in grado di offrire informazioni di vario genere: sostegno alla persona, aiuto nel disbrigo di pratiche necessarie al rinnovo del permesso di soggiorno e al ricongiungimento familiare, inoltre sono presenti operatori madrelingua per il servizio di mediazione culturale e gli avvocati per il consultorio legale.

Oltre la necessità di informare i cittadini stranieri, perché avere i diritti e non conoscerli è come non averne, la nostra attività ha come obiettivo si di portare ai cittadini, particolarmente alle donne, in modo semplice, il maggior numero di informazioni che permettono loro di trovare le soluzioni; ma il nostro obiettivo principale è di promuovere il dialogo; non siamo tutti uguali ma abbiamo gli stessi diritti. Per questo motivo è nato il Laboratorio interculturale, luogo di incontro e scambio, perché il punto di incontro sta proprio in questo: le cose che ci uniscono. Il tema degli incontri già avviati presso il Laboratorio era il “viaggio”, compiuto dal paese di origine fino al nostro paese, raccontato sia dagli stranieri e sia dagli italiani stessi, nella loro esperienza di emigrazione per lavoro e il ritorno al proprio paese. Dalla discussione è emerso chiaro quanto siamo simili, quanto simili sono i progetti migratori delle famiglie: il lavoro, le possibilità di garantire ai figli condizioni di vita migliori e l’istruzione migliore e poi il ritorno in patria.

La nostalgia che emerge dai racconti, “maldafrica” (scritto così come se fosse una malattia), struggente e insopportabile,di cui soffrono gli europei che hanno avuto la fortuna di vivere in quei posti meravigliosi, ma soprattutto ne soffrono gli africani immigrati, che coltivano sempre vivo il desiderio di tornare in quella terra bella, ma spesso offesa, ferita, arida e incapace di proteggere i suoi figli, di offrirgli i mezzi di sostentamento. E quando ci si è così poveri, ci si attacca a tutto, a un sogno di una vita migliore in Europa, un lavoro dignitoso. Ci si bendano gli occhi, si parte, si vuol credere in quel sogno, ma una volta sbarcati sulle coste europee, trovano una realtà ben diversa; lavoro manca, il futuro appare incerto e la crisi economica è opprimente e insopportabile anche per le stesse popolazioni autoctone. Allora che cosa resta? Una vita di emarginazione, piccoli lavoretti in nero, spaccio. Il problema più grande è proprio il lavoro e quindi la possibilità di trovare un alloggio. Ma, dalla discussione è emerso anche che l’alloggio è un problema grande anche per gli stessi italiani; il problema di alloggi tocca tutte le fasce a basso redito; sia come accesso al mutuo, che richiede la stabilità di impiego e redito; sia come accesso alle case popolari. Per immigrati è ancora peggio. La mancanza di una casa può accelerare le derive verso l’esclusione sociale, può indicare il fallimento del processo migratorio; dal possesso di una casa dipende sia il rinnovo del permesso di soggiorno, sia la possibilità di ricongiungimenti familiari. Il lavoro al Laboratorio ci indica che in fondo ci sono più cose che ci uniscono di quelle che ci dividono. Siamo solo all’inizio di un lungo cammino, basato sul dialogo, rispetto reciproco, accoglienza e capacità di imparare dagli altri. Gli incontri al Laboratorio Interculturale sono aperti a tutti, ogni primo e terzo venerdì del mese, alle ore 21,00, presso La Misericordia di Viareggio.

… storia da non dimenticare

Fu proprio quel giorno che conobbi l’ Associazione ,allora Gruppo di auto-aiuto, e … decisi di dare loro disponibilità e collaborazione ….

Quel sabato … in una bella giornata di sole, attorno ad un tavolo rotondo, seduti su quattro panche rigorosamente di legno, sotto l’ombra di giovani pini abbiamo parlato della nostra eticità e del bisogno di raccontarci. In quel parco, il nostro ritrovo nonché ambiente di meditazione, ognuno di noi ha voluto rievocare fatti e circostanze che ci caratterizzavano ci univano e ci rendevano UGUALI .

“Speranza”

… Ho deciso di chiamare questa relazione speranza dedicandola a tutti quelli che per vari motivi della vita si sono ritrovati soli delusi e finiti , proprio come me . So che non è facile credere in se stessi; tutte cose provate sulla mia pelle. Ecco ! detto questo, vorrei riuscire a far capire il cambiamento avvenuto in ME dopo che ormai disperata, mi sono affidata alle strutture. Tutto è cominciato questo inverno con il gruppo Araba Fenice che mia a permesso di socializzare con altrettante persone afflitte come me, mettendomi a nudo,raccontando quindi la mia storia. Cosi facendo sono riuscita a tirar fuori tutte le negatività che mi bloccavano e spegnevano la voglia di ricominciare. Per questo devo un grande “grazie” alle persone che con pazienza mi hanno aiutato , capito e a cui voglio molto bene ASS .SOC. ecc. Cosi dal buio completo una candelina si è accesa facendomi ricredere un po’ in me stessa, provando a sperare di nuovo. Ancora lotto e non è facile ricominciare dopo che ho distrutto tutto, ma ora è tutto un po’ più semplice perchè tante cose stanno veramente cambiando aiutandomi. Il PARCO, questo gran progetto, nato questo inverno in collaborazione tra noi, affinché materializzassimo il nostro bisogno di dimostrare qualcosa di noi. Il parco intanto in inverno si spogliava pian piano con tutti i suoi colori, ora più chiari dopo più scuri poi con l’arrivo della primavera e’ stato una meraviglia soffermarsi a guardare le margherite i nuovi non ti scordar di me , l’odore intenso e penetrane dei pini. Che gioia assistere a tutto ciò e ritornare a sorridere. La natura continua il suo ciclo di cui facciamo parte anche noi nel viaggio della vita . Alla fine lasciamo questo guscio; ma c’e’ qualcosa che non muore ma se ne vola via in cielo, l’anima a raggiungere chi ha voluto che venissimo al mondo. Pensare a tutto questo mi da tanta pace e serenità. Così come il parco rinasce, lavorandoci per renderlo più bello e accogliente anche noi rinasciamo e ci sentiamo diversi, più ricchi più forti nello spirito. Vorrei aggiungere che quando l ‘ uomo e’ in pace con se stesso attorno a lui ricomincia a sentire L ‘ AMORE. Gran motore capace di rendere all’ umanità la PACE. L ‘amore capace di tutto ci fa compiere azioni giuste e razionali tenendo i piedi per terra ascoltando sempre il cuore . Quanti progetti si potrebbero realizzare e con lui vincere anche il male . Se l’uomo riuscisse ad ascoltare il proprio cuore, si renderebbe molto più grande e vicino alla natura. Perchè la felicità per me è tutta qui. Io intanto con amore ringrazio e sorrido a tutti quelli attorno a me che sento vicini con affetto e simpatia, vi abbraccio e ringrazio tutti.

L’ amica Stefania

… Stefania fa presente che è la prima volta che mette a nudo il suo animo e riferisce d’essere felice di farlo perché grazie al lavoro fatto coi suoi compagni dell’ ” Araba Fenice” ha capito che è l’ora di cambiare qualche cosa della sua vita. E’ una ragazza di circa trenta anni, con un aspetto maschio ed aggressivo pronta a difendersi anche usando le mani se necessario; la vita non le ha insegnato le buone maniere e riferisce che essere entrata a far parte del nostro gruppo era per lei la prima volta in cui si trovava in mezzo a ” persone” e ne aveva il timore. Pubblichiamo qui la sua lettera : “Reso conto di me” 30 aprile 2005.

” Voglio intraprendere la strada della Comunità anche se gli altri mi considerano irrecuperabile. Desidero dare uno schiaffo morale a tutte quelle persone che mi ritengono tale. E’ dal 1987 che sono tossicodipendente, ho passato una vita in galera, ho incominciato a farmi a Genova. Soprattutto ho vissuto in mezzo alla strada, facendo reati su reati fino a quando mi si è presentato il conto. Ho scontato i miei tre anni alla Casa circondariale minorile d’Arezzo. Poi, all’età di 17 anni e mezzo sono uscita ed ho cercato di camminare a testa alta. Ho la mia dignità, i miei principi che non farò mai calpestare a nessuno, soprattutto il mio onore, perché sono cose che ci sono nata e le ho nel DNA. Presto farò ritorno in Comunità, in detenzione domiciliare e desidero tanto scoprire insieme al mio operatore Massimo cos’è che mi ha ricondotto alla droga che per me è stato tutto. Il mio progetto è quello di aiutare il prossimo, gente come me che è entrata nel tunnel della droga e che non si rendono conto che come me si sono rovinate. Un giorno ritornerò quando ho finito il mio percorso di recupero, aiuterò con tutto il cuore tutti. Grazie al progetto del parco mi sono resa conto di tutte le cose belle che ci circondano. Il mio sogno è quello di diventare un operatrice sociale. Ciao a tutti! Stefania P. “

Anna Maria

…. è la “guida spirituale”, persona squisita con un ottimismo che piega e distrugge la malinconia il malumore e rende gioioso il momento di essere accanto a lei.

Gloria

… è una ragazza dai lunghi capelli colmi di piccole trecce, molto solare; viene dalla Florida, è felicemente sposata e vive in Italia da parecchi anni, ma ahimé oggi ha nostalgia della propria terra e del bellissimo lavoro d’accoglienza che svolgeva presso l’Hotel Kissimmee East Gate Orange Travelodge suites. Ella ricorda i sapori della cucina, il profumo dei giardini e della stessa città, i parchi e gli spettacoli acquatici che frequentava come spettatrice “è difficile dimenticare la propria origine, dimenticare gli amici i parenti e in particolare il mio nipotino “. Quando posso VADO.

Antonella

… ha avuto e subito difficili momenti nella sua vita, ma adesso sta ritrovando se stessa e, come dice lei, ritorna ad essere quella che era PRIMA, riprende da dove ha lasciato. “Ricordo momenti felici, di quando ero studentessa e di quando mi sono diplomata e divenuta maestra; di lì voglio ricominciare ad ESSERE”. Sabato ha voluto ringraziare il nostro gruppo, la nuova comunità, il nuovo… non so neppure io come definirlo; PENSIAMOCI !

Mia cara Gisella

… CANTANTE SOLISTA SOPRANO CORALE PUCCINI Gisella, è la madre di un ragazzo che attualmente sta facendo un percorso comunitario per recuperarsi dall’uso di sostanze. E’ d’origine tedesca ed è una cantante lirica.Ha voluto offrire il suo contributo attraverso alcune sue riflessioni ed ha voluto esprimere la sua sensibilità attraverso le note della “Ninna nanna” di G.Brahms. Da tempo sto riflettendo su uno dei problemi che mi ha colpito intensamente lasciandomi alle spalle tanta tristezza ma anche tanta gioia. Sono d’origine tedesca, ho tre figli e da 11 anni mi sono ritrovata sola senza un aiuto morale: mio marito morto in seguito ad un intervento chirurgico all’improvviso. Tutto questo ha creato non pochi problemi ed uno dei miei figli ( il più piccolo) ha risentito molto di una guida che lo seguisse nei suoi problemi che ogni giovane può avere alla sua età. Ci sono voluti non pochi sforzi per arrivare ad una soluzione che potesse aiutarlo dopo che aveva iniziato a far uso di sostanze. In ogni modo mi ritengo fortunata per aver avuto la forza di portare avanti la mia famiglia anche se problematica. Per non cadere in depressione mi sono data totalmente alla musica lirica, che consiglio a tutti coloro che stanno attraversando momenti difficili della loro vita ed è proprio attraverso questa che voglio dire grazie a tutte le persone che mi sono vicine. Ho scelto la “Ninna Nanna ” di Brahms perché è un brano che mi appassiona. Un bacio ! la vostra Gisella

Lettera di Fatos ai suoi compagni dell’ “Araba Fenice”

Vi do’ con immenso piacere la notizia che dal 04 aprile 2005 mi trovo a Vecoli e sto’ bene. I giorni qui’ sono tanto impegnativi e sono contento. Ogni giorno che passa riscopro un pezzo di me e vedo chiaramente che avevo, e , avro’ bisogno di questa comunità ; credo che solo qui ce la posso fare a cercare di trovare me , come dice la filosofia che c’ e’ qui’ , e qui che posso scoprirmi , vincere le paure, le debolezze per poi mettere radici e stare fra tutti. Grazie, grazie tanto……..Fatos

Massimiliano

… “Sono una persona nata a Napoli, nei quartieri spagnolo, ho commesso molti errori pagandoli con il carcere. Può sembrare assurdo per chi, in questo momento, mi sta ascoltando, ma forse se non conoscevo il disagio, l’emarginazione, la PUNIZIONE non diventavo un poeta”. Egli si definisce tale e tale lo ritengo ed è per questo che pubblico su questo sito PAZZARIELLO una delle tante poesie che ha scritto in carcere in età giovanile.

Ombra

Ciao amore, sono l’uomo ombra. In questo attimo tutti abbiamo in noi capacità meravigliose per costruire la pace. In questo attimo mi sono liberato del mio passato, un peso grande. Gli attimi d’amore più belli sono quelli compiuti nel segreto del cuore; non appassisco pensando a te. Per me stasera è dura, l’uomo ombra aspetta sempre un tuo messaggio con tanto amore piccolo mio. Ombra con il suo amore, mi auguro ti renderà felice e farà felice anche lui, come fino ad ora stai facendo pensandomi. Non voglio perderti, e non riesco a stare senza di te. Mi manchi da morire; ti ricordi? Quando soffrivi piangevi e chiamavi l’uomo ombra? Lui sempre li, in ogni attimo aspettava un tuo sorriso, ma non era sempre così. Ma io ero e sono sempre qui con te, nei tuoi pensieri. Piccolo mio, vuoi vivere serenamente? Non spegnere la luce della speranza, proteggila dal vento, dall’indifferenza, perché nel mondo c’è odio e invidia. L’uomo ombra; per te scalerebbe mille montagne, rischierebbe la vita per averti, resterebbe tutta la vita con te, basta un bacio o uno scritto da dargli; tanto sarebbe contento. Io da questo vecchio monastero, guardo le stelle pensando a te. Finché c’è vita c’è speranza di vivere con te.
MassimilianoLetta da lui con l’accento napoletano e l’espressione di chi DESIDERA, mi ha fatto accapponare la pelle. Massimiliano si camuffa in uomo ombra perché ha paura di sciupare il suo sentimento SVELANDOSI. * Quel sabato sotto i piccoli pini seduti su quelle quattro panche disposte in maniera da vederci, ascoltarci, mi sono commosso. Ho composto una canzone ” Quel sabato ” ispirandomi proprio a quell’ incontro… e a quel bel gruppo …

Lippi Marcello e la fenice calcio

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La panchina questa volta però è dipinta con i colori della pace, quelli che un gruppo di cittadini volenterosi appartenenti all’Associazione onlus ‘Araba Fenice’ ,ha impresso sulle panchine della pioppeta ,attuale parco ‘ La Fenice ‘. Un gruppo di ragazzi che vivono il desiderio di trasformare un ‘campo da calcio dismesso’ in un dignitoso campo da calcio a sette dotato di riflettori, erba sintetica, spogliatoi, ecc.. , si è mobilitato attivando l’intero quartiere del Varignano ad essere protagonista dello spazio ed hanno raccolto centinaia di firme da sottoporre all’attenzione dell’Amministrazione Comunale. I giovani si sono avvicinati agli adulti di ‘Araba Fenice’ operante dal 2002, all’interno del Ser.T, perché hanno trovato in essi, una spinta di forte generosità nel provvedere alle esigenze del loro quartiere attraverso un lavoro partecipato e condiviso: ” l’idea di costruire un parco – giardino” per tutti con un grande gazebo. Il gazebo è stato autoprogettato dal gruppo e richiama una pagoda, uno spazio circolare ampio dieci metri, coperto ed arredato che esprime, unità, calore ed accoglienza. Il parco diviene così uno spazio sociale, sportivo e ricreativo per tutti, coadiuvato dall’Associazione. Questa idea potrebbe tradursi in realtà attraverso il grosso impegno che l’Associazione si è assunta nella riqualificazione dell’area verde ex parco ‘ La Rotaia ‘ del Varignano, ora – come già detto – denominata: parco ‘ La Fenice ‘, che la Circoscrizione ‘Viareggio Nuova’ affidò nel 2004 a questo gruppo ( allora non ancora Associazione) per ripulirla dal sudiciume e dalle siringhe , area utilizzata dai tossici , con la richiesta di costruire un progetto di riqualificazione della stessa, proprio attraverso gli stessi tossici. Il progetto, già pronto in esecutivo, completo, è stato presentato il 29 Maggio 2006 presso la sede della Circoscrizione ” Viareggio Nuova” alla presenza del Consiglio Circoscrizionale e degli assessori: Rossana Rosso, Anna Poletti, Egiziano Pezzini). A distanza di oltre 2 anni, l’area è stata completamente ripulita e l’impegno che l’Assessore Nicoletti ha manifestato nell’investire in opere di illuminazione ed irrigazione, ha prodotto un miglioramento non solo delle condizioni spaziali dell’attuale Parco ‘ La Fenice ‘ bensì anche della responsabilizzazione dei cittadini nel mantenere ordinata e pulita l’area ( un risultato enorme che conferma la giusta direzione di questo lavoro portato avanti dall’Associazione). Marcello Lippi, invitato dall’Associazione, ha accettato di conoscere tale iniziativa e si è intrattenuto col gruppo che ha chiacchierato con lui dei suoi problemi.

La località Varignano di Viareggio partecipa ad un torneo cittadino dimostrando carattere, forza ed impegno. Trenta giovani dai 12 ai 15 anni, calciatori dilettanti si sfidano in un torneo senza precedenti, presso il Centro Polo di Viareggio. L’iniziativa è stata promossa da un gruppo di giovani della località Varignano, sponsorizzata dall’ Associazione “Araba Fenice” onlus di Viareggio, in collaborazione con la UISP e l’ Associazione “Quelli che non.”

Il 1° TORNEO “ARABA FENICE” CITTA’ DI VIAREGGIO a cui hanno preso parte cinque squadre, si sta svolgendo presso il ” Centro Polo” di Viareggio, in un clima che oltre a mettere in evidenza la bravura degli allenatori e degli organizzatori, mette in risalto lo spirito forte e ribelle di giovani che si sforzano di credere ancora in uno sport sano ed alla portata di tutti. L’iniziativa, considerata tra gli obiettivi primari dell’Associazione “Araba Fenice” Onlus, di cui si ricorda l’incontro con il Mister mondiale Marcello Lippi nel marzo u.s, è portata avanti felicemente e con molto entusiasmo sia dai membri dell’Associazione sia da questi giovani pieni di grinta.